Psicologo di base in Sicilia: la proposta del Movimento 5 Stelle
Il disegno di legge sull’Istituzione della figura dello Psicologo di Base, presentato all’inizio di quest’anno all’Assemblea Siciliana dai 14 deputati del Movimento 5 Stelle, apre la possibilità di dare finalmente corpo all’idea di affiancare stabilmente alle attività del medico di medicina generale e del pediatra di libera scelta l’intervento dello psicologo. La necessità di una presenza stabile dello psicologo nella rete delle ‘cure primarie’ nasce dal fatto che quasi la metà delle consultazioni mediche riguardano di fatto problemi di natura psicologica e sociale e che un approccio soltanto ‘biologico’ al tema della ‘salute’ risulta inadeguato e inappropriato, in quanto produce inevitabilmente una sovraprescrizione di farmaci e di esami specialistici, sempre più insostenibili tra l’altro dalla spesa sanitaria corrente. Come dimostrato da numerose sperimentazioni europee – in Italia ne ha condotte diverse il prof. Solano (Università La Sapienza, Roma) – il coinvolgimento più diretto dello psicologo nell’assistenza sanitaria di base, oltre a favorire una migliore individuazione della richiesta di assistenza (cioè una diagnosi più precisa), permette di fornire una risposta più mirata e completa. “La psicologia – afferma Solano – ha certamente gli strumenti per considerare il disagio anche somatico in rapporto al contesto relazionale del soggetto, al momento del suo ciclo di vita, alle sue risorse per affrontare le situazioni”. Il costo delle prestazioni psicologiche sarebbe ampiamente compensato dalla riduzione della spesa sanitaria, che deriverebbe dalla migliore appropriatezza e qualità dell’assistenza.
Il Ddl in oggetto appare ben documentato nelle premesse, nelle finalità e negli obiettivi, ‘coraggioso’ nella proposta, un po’ vago sul percorso. Si intuisce che c’è dietro un lavoro di analisi e di approfondimento sulla tematica – già presente nei dibattiti interni del Movimento 5 Stelle fin dal 2011 – e che si intende avanzare una proposta che sia coerente in ogni sua parte. Ma la coerenza progettuale del Ddl da sola non ne assicura la ‘fattibilità’. Vediamo perché.
Per garantire questo tipo di assistenza psicologica su tutto il territorio siciliano, il Ddl prevede (coerentemente) la presenza di uno psicologo di base ogni 1 o 2 medici di medicina generale e pediatri di libera scelta e/o in rapporto di uno psicologo di base ogni 1.500 abitanti: a conti fatti più di 3.000 psicologi in rapporto convenzionale con il Servizio Sanitario Regionale! Se si pensa che attualmente gli psicologi presenti nei Servizi Sanitari siciliani (quasi tutti dipendenti a tempo indeterminato) sono appena 486, ipotizzare l’inserimento a regime di 3.000 psicologi di base (anche se a convenzione) appare veramente… utopistico. E’ vero che di psicologi già formati e iscritti all’Ordine in Sicilia se ne contano 6.150 e che 3.000 psicologi sarebbero sempre meno dei medici di medicina generale (circa 4.200) e dei pediatri (800) messi insieme, ma una tale richiesta non credo proprio che possa trovare molti consensi. Le resistenze ad un’operazione così ‘rivoluzionaria’ non sono solo di natura economica, ma culturale e professionale: non tutti i medici sono disposti a condividere i percorsi diagnostici e di trattamento, che considerano esclusivi della loro professione, con altri professionisti; è ancora molto diffusa in Sanità una visione ‘medicocentrica’ della malattia, della salute e dell’assistenza; non tutti (medici e non) hanno una ‘cultura psicologica’ sufficiente a comprendere e richiedere il lavoro dello psicologo… E poi su quale capitolo del bilancio sanitario peserebbe la spesa?
Tenendo conto di ciò, anche al fine di ‘testare’ l’impatto di una simile proposta sui medici e sui pediatri – oltre che sui pazienti – potrebbe essere opportuno, senza voler rinunciare alla coerenza dell’impianto, inserire nel Ddl una ‘fase preliminare di natura sperimentale’, da avviare nelle 9 Aziende Sanitarie Provinciali, coinvolgendo (su libera adesione) un numero ristretto di medici di medicina generale e pediatri e di psicologi con costi relativamente sostenibili dal S.S.R. L’ipotesi – prevista nel c. 7 dell’art. 2 – di far pagare al paziente un ticket per la prestazione psicologica (quando nessun ticket viene pagato per il medico o per il pediatra) non incoraggerebbe la richiesta dello psicologo, che verrebbe percepito non più come ‘psicologo di base’ (=cure primarie), ma come uno ‘specialista ambulatoriale’. Se – come ben descritto nel c. 5 dell’art. 2 – “lo psicologo di base che assume in carico la richiesta di assistenza provvede alla formulazione di una diagnosi e sviluppa un programma di sostegno psicologico, avvalendosi anche di strutture pubbliche e private di secondo livello competenti sul problema individuato”, egli non può che operare nel ‘primo livello’ di ascolto e di osservazione. Come sottolineato con estrema chiarezza da L. Solano, lo psicologo di base deve poter essere presente ‘fin dall’inizio del percorso di osservazione e diagnosi’ del paziente, accanto al medico o al pediatra, non dopo. Le sperimentazioni realizzate hanno mostrato come sia possibile avvicinare medicina e psicologia non solo per la valenza dei contributi conoscitivi di entrambe le discipline, ma come reale integrazione professionale di metodi e letture diverse dell’evento salute/malattia.
Agli psicologi di base, secondo quanto previsto nel Ddl, “oltre alle funzioni di cui alla Legge 18 febbraio 1989, n. 56, competono, in accordo con i servizi distrettuali competenti, funzioni di riduzione del rischio di disagio psichico, prevenzione, promozione della salute, nonché attivazione della rete sociale” (c. 4, art. 2). Come per i medici di medicina generale e per i pediatri di libera scelta, si prevede l’istituzione di elenchi degli psicologi di base con specifiche competenze e titoli definiti su base territoriale. (Art 3) La verifica, il monitoraggio e il controllo qualitativo dell’assistenza psicologica sono demandati ai competenti servizi. (Art. 5)
Il testo è stato assegnato per esame alla Sesta Commissione – Servizi Sociali e Sanitari. L’auspicio per questa iniziativa è che i tempi di lettura e di calendarizzazione in aula siano rapidi; l’invito ai colleghi psicologi: che sostengano con maggiore forza e partecipazione questa proposta, contribuendo eventualmente a migliorarla.