L’etica del viandante
“Non siamo esseri immacolati ed estranei, gente che talvolta si serve della scienza e di quella sua anima che è la tecnica. Noi abitiamo già un mondo scientificamente e tecnicamente organizzato. Quindi la tecno-scienza non è oggetto di una nostra scelta, ma è il nostro ambiente, dove vizi e virtù, condotte e passioni, sogni e desideri sono scientificamente e tecnicamente strutturati e hanno ormai bisogno della scienza e della tecnica per realizzarsi.
Questo è il nostro destino di occidentali avanzati. E coloro che, pur abitandolo, pensano ancora di rintracciare un’essenza dell’uomo al di là del condizionamento scientifico e tecnico, come capita di sentire, sono semplicemente degli inconsapevoli che vivono una mitologia, quella dell’uomo libero per tutte le scelte, che non esiste se non nei deliri di onnipotenza di quanti continuano a vedere l’uomo al di là delle condizioni reali e concrete della sua esistenza” (U. Galimberti, L’etica del viandante, pp. 317-318)