Gabriele Buccola: primo psicologo italiano
Non sono in molti (anche tra gli psicologi siciliani) a sapere che il ‘primo’ psicologo italiano (nell’accezione moderna del termine) fu proprio un giovane siciliano, nato nel 1854 a Mezzojuso (Pa) e morto giovanissimo all’età di 31 anni a Torino: Gabriele Buccola. Già durante gli studi di medicina all’Università di Palermo, Buccola era entrato in contatto con esponenti del positivismo italiano ed europeo e si era impegnato nella diffusione delle nuove idee attraverso una vivace attività giornalistica. Nel 1876 conosce a Firenze lo psicofisiologo Alessando Herzen. Dopo la laurea si trasferisce a Reggio Emilia come medico praticante presso il manicomio della città, diretto da Augusto Tamburini, che lo incoraggia ad approfondire gli studi di fisiologia e di psicologia e ad avviare le prime indagini sperimentali, seguendo i modelli di ricerca già adottati in Germania e in Inghilterra. Buccola si interessa in particolare alla misurazione dei tempi di reazione agli stimoli e per questi esperimenti costruisce anche degli strumenti specifici. Nel 1881 vince il concorso di aiuto e si trasferisce all’Istituto psichiatrico di Torino, diretto da Enrico Morselli. Prosegue intensamente l’attività clinica e di ricerca, diventando anche redattore della Rivista di filosofia scientifica, l’organo più importante dei positivisti italiani, fondata qualche anno prima dallo stesso Morselli. Nel 1883 Buccola pubblica la sua opera fondamentale: La legge del tempo nei fenomeni di pensiero. E’ la prima ricerca italiana di psicologia sperimentale, condotta – come annota Sadi Marhaba nel suo libro Lineamenti di psicologia italiana (1870-1945) – “ con rigore metodologico, e venne conosciuta e apprezzata assai più all’estero che non in Italia… (p. 25). E più avanti: “Oltre ad avere un preciso valore sperimentale, l’Opera rivela l’esatta consapevolezza epistemologica, da parte dell’autore, dell’autonomia scientifica della psicologia. Fra le molte innovazioni metodologiche di Buccola, ve n’è una particolarmente interessante: per la prima volta, in Italia, egli utilizza soggetti psichicamente anormali in esperimenti di psicologia generale” (p. 35).
Nello stesso anno ottiene la libera docenza in Psicologia patologica. L’anno dopo trascorre un periodo di tirocinio a Monaco presso la Clinica psichiatrica diretta da Johann Bernhard Aloys von Gudden. Tornato a Torino, muore il 5 marzo 1885 di leucemia mieloide.
Nel 1907 il comune di Palermo decide di onorarne la memoria, tumulandone i resti nella Chiesa di San Domenico, il ‘pantheon’ delle personalità illustri della città.
Sulla figura di Buccola, la cui opera principale è consultabile on line negli Archivi storici della psicologia italiana (Università di Roma), è stata recentemente pubblicata una approfondita monografia di Silvia Degni, All’origine della psicologia scientifica italiana. Gabriele Buccola tra filosofia positivista e tradizione psichiatrica, F. Angeli, Milano 2013.