A proposito di agende e di politica professionale dell’Ordine degli Psicologi in Sicilia
La pagina Facebook dell’Ordine Psicologi Regione Siciliana (OPRS), che ha totalizzato più like negli ultimi mesi, è stata quella del 4 dicembre u.s.: 404 ‘mi piace’, 133 commenti e 31 condivisioni. In essa veniva comunicato agli iscritti che per il 2021 non sarebbe stata fornita la ‘solita’ agenda annuale, con il logo dell’Ordine bene in vista sulla copertina colorata, ma una ‘agenda digitale’, un vero e proprio sistema di gestione del ‘calendario professionale’, dell’anagrafica dei clienti, degli appuntamenti, delle fatture, delle scadenze fiscali…, “pensato esplicitamente per psicologi e psicoterapeuti” (PSICOGEST), attivabile on line grazie ad un abbonamento, sottoscritto dal Consiglio dell’Ordine per il 2021 a favore di tutti gli iscritti che lo richiederanno.
La notizia ha suscitato, com’era prevedibile, un coro di reazioni. Non è facile inferire quanti tra gli 8582 psicologi dell’Ordine siciliano saranno soddisfatti di questa scelta e quanti invece rimpiangeranno l’agenda cartacea. Le esternazioni su Facebook sono troppo viziate da una serie di ‘effetti incrociati’ (non ultimo la “echo-chamber”), per poterne ricavare dati statisticamente attendibili. Più agevole invece individuare tra i vari commenti le ragioni del consenso e quelle del dissenso e da queste prendere le mosse per una considerazione più prospettica sulla politica professionale dell’Ordine riguardo al tema spinoso, ma strategico, dell’appartenenza e dei servizi da offrire.
Digitale/cartaceo
L’idea di adottare un’agenda ‘comune’ per tutti gli psicologi italiani – come segnale e simbolo di appartenenza all’Ordine degli Psicologi – circolava già all’indomani della costituzione dell’Ordine (1989) e a farsene interprete brillante fu tra i primi un collega lombardo (recentemente scomparso) – Giovanni Cavadi – che ne propose un ‘prototipo’ (sullo stile delle eleganti agende di Franco Maria Ricci), caratterizzato dalla presenza in ogni pagina di ‘brevi citazioni’ tratte dai libri di psicologi importanti. L’idea piacque, ma il CNOP, impegnato allora in questioni ritenute più urgenti, non ne fece nulla. La proposta passò così agli Ordini regionali, che già orientati a evidenziare le specificità territoriali, pensarono di offrire ai propri iscritti ognuno una propria agenda, inaugurando anche una ‘competizione’ a distanza sulle diverse caratteristiche funzionali ed estetiche.
In Sicilia tale pratica fu introdotta dal presidente Giardina nel 2001 e condivisa dalla stragrande maggioranza dei colleghi, diventando presto, di anno in anno un evento rituale, vissuto con gradi diversi di significazione, ma comunque generalmente desiderato e atteso. Anche chi materialmente decideva di non utilizzare l’Agenda dell’Ordine, ci teneva comunque ad averla e reclamava presso la Segreteria la mancata ricezione. Che al suo interno si trovassero anche i testi della Legge 56/’89, il Codice Deontologico, l’elenco delle Prestazioni, il Regolamento dei patrocini, le norme sulla pubblicità, gli indirizzi delle Scuole di Psicoterapia, i recapiti della Segreteria e dei Servizi di Psicologia delle Aziende Sanitarie… era una comodità, che poteva risultare utile in più di un’occasione.
Dalle reazioni registrate sulla pagina Facebook il disappunto che più si coglie è quello relativo alla ‘fine di una tradizione’ e alla perdita di un ‘simbolo di appartenenza’.
Eugenia Parisi: “Sono 17 anni che ho l’agenda dell’ordine… quest’anno mi mancherà!!!”
Valentina Palminteri: “Sinceramente mi dispiace moltissimo per la mancanza dell’agenda cartacea, c’è chi non se ne fa nulla di quella digitale…sarebbe stato molto bello dare la possibilità a noi iscritti di potere scegliere se volere usufruire di quella cartacea o digitale, in modo da non penalizzare nessuno! Non sono contraria all’innovazione, però credo vada anche rispettata la tradizione…un cambiamento così radicale, ancorato ad una tradizione così sentita da molti di noi non meritava di essere abolita in questo modo! Sono stata sempre molto orgogliosa della nostra agenda, vissuta come un simbolo di appartenenza! Mi dispiace moltissimo rinunciarci.”
Sonia D’Agostino: “Considerate ancora la tradizionale agenda dell’ordine, oltre ad essere molto bella è sempre stato un valido supporto. Sono molto dispiaciuta per il fatto che quest’anno non riceverò l’agenda”.
Enza Maccarrone: “Carino, peccato per chi come me (e siamo in molti credetemi) non si sente pronto a praticare la professione e sta ancora investendo sulla formazione. Sarebbe stata la mia prima agenda e anche un simbolo di appartenenza ad un ordine professionale”.
Amantha Cerami: “Io avrei preferito la solita agenda! Agenda simbolo di appartenenza ad una categoria! Agenda che per un decennio mi ha accompagnato… Non aderisco alla proposta! Pazienza andrò in cartoleria a scegliere una agenda magari pink o rosa (almeno scelgo io il colore quest’anno)!
Nell’annuncio da parte del Consiglio dell’Ordine della ‘agenda digitale’, che verrà offerta ‘gratuitamente’ per il 2021, non viene dichiarato espressamente il motivo che ha portato alla liquidazione dell’agenda cartacea. Dal tono enfatico del messaggio – più consono ad una televendita, che ad una comunicazione istituzionale – si capisce che siamo di fronte ad un ‘passaggio di quadro’, ad una ‘linea di discontinuità’ col passato, ad una accelerazione di passo e di irreversibile identificazione con l’attualità:
“Per il 2021 volevamo offrire alle iscritte e agli iscritti un’agenda digitale con apposito sistema di gestione per le anagrafiche dei pazienti, oppure un sistema di fatturazione elettronica e tradizionale (calcolo ENPAP, regimi fiscali, diciture, bolli ecc.), oppure la trasmissione al sistema tessera sanitaria, oppure un servizio a cui può accedere anche il proprio commercialista, oppure una piattaforma per le videosedute realizzata appositamente per le professioni sanitarie… alla fine abbiamo scelto di offrire tutto questo INSIEME.”
Di fronte ad un ‘pacchetto natalizio’ così allettante, il ricordo di un’agenda cartacea è già preistoria! E non stupisce che le reazioni siano state entusiaste: 343 ‘Mi piace’, 49 ‘Wow’, 28 ‘Love’, con commenti tipo:
Irene Nuzzo: “Che bella strenna grazie!”
Sabrina Scalone: ”Complimenti!! Allineati col tempo che viviamo!!! Regalo graditissimo!!!!”
Enzo Galazzo: “Ottima cosa, l’agenda cartacea ormai non la usavo più”.
Veronica Sottile: “Nell’era della digitalizzazione, spendere sul cartaceo non ha molto senso. Questa mi piace…ottima iniziativa”.
Daniela De Simone: “Grazie molto apprezzata, uso già da due anni Psicogest e mi trovo bene”.
E’ del tutto evidente che non trattasi di un ‘dettaglio’ – quale gadget scegliere carinamente per i colleghi a ridosso del Natale – ma di un atto di ‘politica professionale’, che va compreso, discusso e valutato non a colpetti di ‘like’, ma all’interno di una riflessione più ampia, che fa fatica a trovare uno spazio nell’universo comunicazionale che ci circonda…
Ciò nondimeno, proviamo a buttare qualche sasso…
- DE-MATERIALIZZAZIONE
La rivoluzione digitale non ha ‘dematerializzato’ soltanto i documenti cartacei, che accompagnavano trasversalmente l’esecuzione di tanti mestieri e professioni. Ha ‘dematerializzato’ la stessa definizione di ‘lavoro’, modificando molte delle ‘pratiche’, dei processi e delle procedure con i quali esso si esprimeva. Anche la professione dello psicologo e dello psicologo psicoterapeuta è stata attraversata da un processo di ‘dematerializzazione’ che ha modificato profondamente il concetto stesso di ‘relazione’, sempre meno rigidamente ancorato alle categorie spazio-temporali, così come erano interpretate e vissute prima dell’avvento del ‘digitale’. Pur essendo ‘formati’ come psicologi ad una rappresentazione del ‘reale’, che ‘includeva’ stabilmente la dimensione corporea e quella mentale (compreso l’intreccio reale-immaginario-simbolico), abbiamo riconosciuto anche noi la possibilità di ‘setting’ a distanza, di ‘consultazioni psicologiche’ on line, di ‘sedute psicoterapiche’ tramite Skype o WhatsApp.
Abbiamo modificato nel 2013 l’art.1 del Codice Deontologico (“Le stesse regole si applicano anche nei casi in cui le prestazioni, o parte di esse, vengano effettuate a distanza, via Internet o con qualunque altro mezzo elettronico e/o telematico”) e come CNOP abbiamo fornito delle Raccomandazioni sui comportamenti da tenere in occasione di prestazioni psicologiche mediante tecnologie a distanza, sollecitando gli Ordini territoriali ad attenzionare questa nuova frontiera, attivando anche dei sistemi permanenti di monitoraggio.
Anche gli psicologi hanno dovuto riorganizzare parte del proprio lavoro, dotandosi di strumenti informatici, familiarizzando con procedure di registrazione e di elaborazione digitale, di invii tramite mail, con l’obbligo di entrare a far parte di sistemi condivisi più ampi (PEC, Sistema Tessera Sanitaria per l’invio dei dati sanitari relativi ai pazienti, fatturazione elettronica…). Da tempo usufruiscono di corsi di formazione on line o di ‘supervisioni’ a distanza. I vantaggi del digitale hanno spinto da tempo molti di noi ad un uso esteso e personalizzato di database, di ‘agende elettroniche’, di anagrafiche computerizzate, di ‘diari clinici’ registrati direttamente sul PC…
Da questo punto di vista la scelta dell’OPRS di ‘offrire’ ai propri iscritti il pacchetto PSICOGEST, con tutte le principali funzioni già ‘integrate’ in un unico sistema, mi sembra un’ottima iniziativa, un ‘gesto’ di ‘politica professionale’ perfettamente in linea con le esigenze di una parte significativa di colleghi e coerente con il contesto italiano di ‘digitalizzazione’ delle attività professionali.
L’errore del Consiglio, a mio giudizio, è stato quello di presentare questa ‘offerta’ di servizi come alternativa all’agenda cartacea. Questo accostamento – che è improprio considerata la funzione profondamente diversa che hanno i due ‘prodotti’- ha generato inevitabilmente delle reazioni opposte, suggerendo dicotomie insostenibili all’interno della stessa comunità professionale: giovani contro anziani, novità contro tradizione, liberi professionisti contro dipendenti, noi-di-Altra-Psicologia contro ‘loro’… Questi significati sono stati percepiti ed espressi con chiarezza nei commenti sopra riportati.
Che l’agenda cartacea fosse diventata nel tempo un ‘segno’ di identità e di appartenenza all’Ordine degli Psicologi della Regione Siciliana è innegabile. L’aver ‘eliminato’ uno dei pochi ‘segni materiali’ di condivisione e di riconoscimento dei colleghi e tra colleghi, che durava da 19 anni, senza fornire una chiara spiegazione, ha evidenziato un atteggiamento poco attento ai significati simbolici, di cui gli oggetti possono essere investiti aldilà del loro utilizzo funzionale. E questo gli psicologi lo dovrebbero sapere!
C’è anche da sottolineare che come categoria non possediamo ‘segni e simboli forti’ di identità e di riconoscimento professionale (come il camice per i medici o la divisa per le forze dell’ordine). A parte la lettera greca “Ψ” – che utilizziamo nei loghi dei nostri convegni o sulla carta intestata (e che qualcuno propose anche come ‘spilletta’ da appuntare sul bavero della giacca o del tailleur!) – non abbiamo altri ‘segni’ visibili di identificazione o dispositivi di graduazione o ‘riti di iniziazione’ che possano farci ‘sentire’ parte dello stesso unico insieme. L’agenda cartacea, nella sua semplicità, sembrava aver incarnato ‘simbolicamente’ questo messaggio e il suo arrivo a fine anno rappresentava, anche per i neo-iscritti, un segnale di appartenenza, un augurio ‘professionale’, forse anche la promessa di poter ricevere dall’Ordine qualcosa di più …
L’attuale Consiglio ha voluto dare subito ‘qualcosa di più’ e ciò è sicuramente da apprezzare! Ma era così difficile trovare un modo di conciliare il desiderio di ‘dare di più’ e il significato di una tradizione?
(continua: 2. APPARTENENZA)